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Il labirinto della Masone e Parma

Sabato 10 maggio 2025

Ritrovo dei Partecipanti alle ore 7.20 in via Paleocapa e alle 7:50 alla fermata dei bus linea verde Famagosta e partenza per Parma. Visita guidata della città. Risalgono all’età del bronzo i primi ritrovamenti di insediamenti su quella porzione di territorio sulla quale sorgerà Parma in epoca romana. Al centro di una vasta area acquitrinosa, collocabile a Nord dell’odierna via Repubblica, è documentata da ritrovamenti archeologici una “terramare”, importante nodo viario lungo l’asse pedemontano, collegato alle direttrici di penetrazione dell’Appennino e all’asse fluviale del Po.
Col tempo, il lavoro dell’uomo rende il territorio verde e fecondo, caratteristiche perfette per insediare, nel 183 a.C. una colonia di diritto romano volta a consolidare il dominio dell’Urbe nella Gallia Cispadana, minacciata dalle vicine popolazioni liguri.
Localizzata all’origine nella parte più elevata del territorio attuale, ad Ovest dell’antica zona terramaricola, sulla destra del torrente, questa stazione militare riceve l’appellativo di “Parma”, dal toponimo dell’omonimo corso d’acqua. In questo periodo Parma assume anche il suo caratteristico tracciato planimetrico: con la via Emilia, che oltre a collegarla con le altre colonie di Piacenza, Reggio, Modena, delinea il decumano massimo della città, che intersecandosi con il cardo (le attuali strade Cavour e Farini), ne definisce l’ordinamento urbanistico a scacchiera.

PRANZO CON MENU’ TIPICO

Nel pomeriggio visita del Labirinto della Masone. Nei primi anni Duemila, dopo aver annunciato il progetto affidandolo alle pagine della sua rivista FMR, l’editore dà seguito all’idea di
realizzare un luogo che racconti il suo lavoro e la sua visione, che lo rappresenti e gli sopravviva. “Ci saranno rovine e bambù”, anticipa ai lettori, “all’ombra dei quali nasceranno un grande labirinto, una biblioteca e tante altre cose superflue”.
Si tratta dunque di un luogo multiforme: è un laboratorio editoriale, è un museo che ospita centinaia di opere d’arte datate dal Rinascimento al Novecento e spazi per mostre temporanee eclettiche e sorprendenti, come anche spazi per feste ed eventi. Il tutto circondato da uno straordinario labirinto di bambù: era il 1977 quando Ricci promise all’amico e collaboratore Jorge Luis Borges, scrittore argentino che più di chiunque altro seppe cogliere e raccontare l’essenza del segno labirintico, che un giorno avrebbe costruito il dedalo più grande del mondo proprio in quei campi in cui i due erano soliti passeggiare. Rientro previsto alle ore 19.30 nei medesimi siti di partenza

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