Una notte come poche, in cui la bellezza, discreta e radiosa, si offre a chi è capace di coglierla, a chi tiene gli occhi aperti. Tre uomini, seduti intorno a un tavolo, immersi in una conversazione che non teme la profondità, pronti a scambiarsi verità che forse non sanno nemmeno di possedere. Tre uomini di età tanto diverse, accomunati da una sete inesausta di senso e dal bisogno incessante di porsi domande. Niccolò compirà cinquant’anni a mezzanotte. Per lui è giunto il momento di fare i conti con i suoi sogni: quelli realizzati, quelli caduti e persi, e quelli appena nati e pronti a prendere forma. Davanti a lui, suo figlio Sam, con i suoi vent’anni straripanti e un passato doloroso che non smette di bruciare. Come trovare il proprio posto in un mondo così difficile da interpretare? Come sentirsi precisi di fronte all’esistenza? A tentare una risposta è l’uomo che, molti anni prima, con una lettera scritta quando Niccolò era ancora un ragazzo, era già uno dei più grandi cantautori italiani: Roberto Vecchioni – artista, padre, maestro.